Ebbene si, lo ammetto, la sera per rilassarmi gioco una mezz’oretta a War Robots.
Per chi non lo sapesse questo videogioco ti catapulta in una arena con altri nove giocatori, organizzati in due squadre e, manco a dirlo, vince chi riesce a suonarle di più alla squadra avversaria utilizzando un set di amichevoli robot armati di tutto punto. Il secondo step (per i puristi della strategia) è di occupare i cinque raggi luminosi collocati sul terreno, ma questo è un aspetto secondario…
Oltre a consigliarlo a Trump e Kim Jong-un per soddisfare il reciproco bisogno di violenza senza scatenare guerre mondiali, suggerisco ai team aziendali di giocarci almeno per qualche giorno perché mi sono accorto di un aspetto sottile, che rende questo videogioco simile alla gestione di una azienda più di quanto si possa immaginare (con le dovute limitazioni, of course).
Il vero punto di forza del gameplay infatti non è tanto cercare l’arma migliore da abbinare al robottone preferito, ma la cooperazione che si crea con gli altri componenti della squadra: visto che i giocatori non hanno la possibilità di chattare fra di loro (impossibile visto che sono sparsi in tutto il mondo) la vera differenza, per le sorti della partita, la fa l’approccio dei giocatori durante ogni singolo scontro.
Vincono quelli che, lo ripeto senza poter parlare fra di loro, cooperano ed affrontano i nemici uno alla volta, tutti insieme, senza intralciarsi e senza disperdere energie altrove.
Se anche solo di uno questi aspetti viene trascurato, la partita si perde.
Da questo punto di vista una azienda deve operare nello stesso modo: tutti gli attori interessati devono affrontare la mission con l’obiettivo chiaro, uniti e compatti e solo così potranno vincere.
Definire gli obiettivi di gioco o lavoro, condividere un piano di attacco o una strategia aziendale, impiegare le risorse guadagnate per nuove armi o per migliorare la produttività, a questo punto, non fa tanto la differenza, o no?